Paola Tosi

Interprete e traduttrice
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Il segreto professionale e altri aspetti etici che non conoscevi 

Che l’avvocato o il medico siano soggetti a un codice etico e al segreto professionale è cosa nota a tutti. Proprio poco fa, parlando con un conoscente, mi sono accorta che non è altrettanto noto che anche noi interpreti e traduttori siamo soggetti al nostro codice deontologico professionale.

Si tratta di un aspetto a cui personalmente tengo tantissimo: sono convinta che offrire un servizio professionale di qualità sta anche nel garantire la privacy del cliente e adottare un approccio etico.

Ecco alcuni aspetti del nostro codice deontologico di cui probabilmente non avevi mai sentito parlare! (Mi rifaccio al codice di deontologia e di condotta di AITI, associazione professionale di categoria di cui faccio parte)

Segreto professionale e riservatezza

Dalle cartelle cliniche ai negoziati commerciali: come può un cliente affidarmi una traduzione o ingaggiarmi per un interpretariato che trattano temi riservati se non è più che certo che rispetti il segreto professionale? Io per prima farei molta resistenza!

In realtà, anche in contesti apparentemente più a basso rischio (vedi i corsi di inglese in azienda), spesso capita che nel parlare una persona riveli che l’azienda X sta per siglare un accordo con l’azienda Y. Anche qui la riservatezza è d’obbligo.

Proprio per questo, seguo rigorosamente questo principio che mi sta a cuore anche per come sono di carattere.

Competenza

L’interprete e il traduttore sono vincolati ad accettare solo incarichi nelle lingue e nelle specializzazioni in cui possono vantare una competenza professionale. 

Detta così sembra semplicemente ovvio: chi si sognerebbe mai di accettare un incarico che non è in grado di portare a termine?

Purtroppo la realtà non è sempre questa. Io sono convinta che offrire un servizio di alta qualità sia sempre imperativo. Se non posso farlo personalmente perché non lavoro con quella lingua o in quell’ambito di specializzazione, sarò trasparente nel dirtelo e ti consiglierò un collega adatto alla tua richiesta.

Obbligo di formazione 

Ebbene sì: non si finisce mai di imparare! Soprattutto in una professione che ha a che fare con le lingue, che per loro natura sono in continua evoluzione.

Inoltre, anche i temi, e di conseguenza i possibili ambiti di specializzazione, cambiano drasticamente nel tempo: pensa alla questione ambientale che non era minimamente dibattuta qualche decennio fa e ora è al centro di politiche governative e aziendali.

Persino in ambiti più “classici”, come la medicina, serve un aggiornamento costante per essere sempre al passo con le nuove scoperte.

È quindi impensabile per un interprete/traduttore continuare a lavorare senza mai seguire corsi di aggiornamento dopo aver conseguito la laurea.

Io credo molto nella formazione professionale continua: di natura mi è sempre piaciuto imparare cose nuove e apprezzo molto sia l’opportunità di approfondire ambiti in cui già lavoro, come l’ambito medico
sia scoprire qualcosa di nuovo perché come dico sempre: “Non puoi mai sapere su cosa sarà il prossimo incarico”.

Pubblicità

Nel mondo moderno, se non hai delle recensioni positive e non condividi foto dei tuoi lavori non sei nessuno. 

AITI spiega chiaramente che la pubblicità non deve ledere il decoro della professione né essere ingannevole.

A ciò aggiungo che personalmente chiedo sempre il permesso ai miei clienti prima di condividere foto in cui siano facilmente riconoscibili, per esempio perché si vede il logo dell’azienda.

Anche per pubblicare le recensioni scritte dai miei clienti che potete leggere qui sul mio sito, ho chiesto il loro consenso e dato loro la possibilità di scegliere se e come firmarsi. Potete infatti vedere che alcuni clienti hanno deciso di rimanere anonimi firmandosi solo con il nome.

Rispetto sempre la decisione dei miei clienti di non voler comparire perché la riservatezza per me viene al primo posto.

Rapporto di fiducia

AITI stessa ha inserito nel suo codice deontologico un aspetto che io reputo fondamentale nel rapporto con i committenti: la fiducia.

“La fiducia è alla base dell’attività professionale” e continua dicendo che il traduttore/interprete deve svolgere personalmente l’incarico affidato. 

Oltre a questo aspetto, aggiungo che a mio avviso costruire un rapporto di fiducia è fondamentale per la buona riuscita del lavoro. La fiducia può instaurarsi solo se tutti i punti già descritti vengono rispettati: spesso i clienti non si fidano a inviare i materiali prima del convegno perché temono di ledere la riservatezza delle informazioni contenute.

Solo parlando e sviscerando tutti i possibili dubbi del cliente possiamo davvero costruire un rapporto di fiducia!

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